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Costretto dalle vicissitudini di famiglia ad andare a lavorare a 14 anni in una
tipografia, riesce a studiare mentre lavora. A soli 24 anni diviene uno dei più importanti grafici italiani, fondando e dirigendo la rivista Campo Grafico che rappresenta una delle tappe decisive della modernizzazione grafica in Italia. Si reca nel 1935 in Argentina, dove rimarrà 15 anni. Lì oltre che grafico, è direttore di case editrici e critico d’arte, stringendo rapporti di amicizia con intellettuali spagnoli come Rafael Alberti e Juan Ramón Jiménez, ma anche latino americani come Borges e Neruda. Ma soprattutto è durante questa fase della sua vita che inizia a dipingere, dapprima arte astratta, poi iperrealista, poi figurativa in linea con le tradizioni
della migliore pittura italiana.
Al ritorno in Italia la sua attività grafica, sia pure con punte di eccellenza, si riduce, per lasciar spazio ad un' intensa attività come organizzatore culturale (è a lui infatti che si deve nel 1953 l’arrivo di Guernica di Picasso in Italia, ma soprattutto alla pittura, arrivando ad esporre anche in grandi rassegne come la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma. Tra i suoi
libri Milano in inchiostro di china insieme a Quasimodo. Oggi il suo nome è inserito
nel Famedio del Monumentale tra i cittadini esemplari di Milano.